Topic: Riflessione dell'architetto albenganese Italo Gafà
  Riflessione dell'architetto albenganese Italo Gafà

Riflessione dell'architetto albenganese Italo Gafà

Articolo del 08/05/2007

"Come tecnico che opera sul territorio albenganese ormai da circa 37 anni e che ha affrontato più volte per conto delle Amministrazioni Comunali che si sono succedute ad Albenga, temi commerciali, in specie in riferimento al Centro Storico, in questo periodo siamo stati fermati più volte da albenganesi incontrati nelle situazioni più disparate.
Gli stessi ci hanno formulato una precisa domanda, e cioè: qual è il nostro parere o punto di vista in merito al fatto meramente eclatante della demolizione della parte dell'Ospedale di Albenga lato fiume Centa che, sotto il profilo architettonico è un fabbricato spurio e rappresenta un pessimo esempio di inserimento ambientale, e la costruzione successiva nello stesso sedime di un complesso abitativo?
A tale proposito, l'elemento saliente che attiene all'intervento del complesso abitativo proposto da privati, è la costruzione di quattro fabbricati alti intorno ai 60 mt. (che una intervista il prof. Sgarbi ha liquidato con un eufemismo di bassa lega, ma suadente) sulla falsariga delle splendide torri medioevali che svettano ormai da circa otto secoli, affascinando intere generazioni, e costituendo proprio per la loro unicità, motivo di enorme interesse per un turismo costante e cosmopolita.
A tale domanda, senza alcun tentennamento, abbiamo risposto nel seguente modo: Il Centro Storico di Albenga è un aggregato di case e di monumenti che costituisce un'unità dove le diverse e lenghe fasi di sviluppo si sono stratificate organicamente. Pertanto, qualsiasi ulteriore intervento deve, a nostro avviso, essere fatto nella consapevolezza e nell'immagine stessa di tale unità.
Tutti siamo convinti che l'interesse principe della collettività è assolutamente principe della collettività è assolutamente preminente, e ad esso quindi (secondo una corretta lettura dell'Art. 42 della Costituzione) vanno necessariamente subordinati gli interessi dei privati.
Se una volta la tendenza speculativa conduceva ad un'unica domanda "dove e come edificare" oggi, e per la fattispecie, grazie anche ad amministratori oculati, questo concetto viene del tutto capovolto" dove e come non edificare".
Il primo obiettivo diventa quindi l'utilizzazione più razionale del patrimonio edilizio esistente, inutilizzato o male utilizzato nel nostro Centro Storico, e la conseguente massima possibile limitazione delle nuove edificazioni.
Auspichiamo che in futuro si passi dal tentativo di usura indiscriminata del territorio, in specie per quel che riguarda al Centro Storico, ad una attività che si ponga come primo ed unico obiettivo l'integrità dello stesso, ove possibile il ripristino e la reintegrazione delle risorse esistenti, che rappresentano un patrimonio di inestimabile valore che, per la sua sacralità, va rispettato e consegnato con responsabilità alle generazioni future.

Arch. Italo Gafà

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