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Forum » WWF » Riflessioni sull'incontro con l'architetto Aicardi per il P.U.C.
 
 
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2008-02-09 11:00
Topic: Riflessioni sull'incontro con l'architetto Aicardi per il P.U.C.
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Autore : gruppoattivoingauno
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Riflessioni sull'incontro con l'architetto Aicardi per il P.U.C.


Il percorso di formazione del PUC di Albenga prevede per la prima volta una fase di ascolto della cittadinanza a proposito delle sue esigenze, nell'obiettivo di avere un piano migliore perché “condiviso”. Valutiamo positivamente questa possibilità di dibattito, anche se dalla “condivisione” non deriva necessariamente la bontà di una pianificazione. Però, dato che l'informazione è base del rapporto fra cittadini e Amministrazione Comunale, chiediamo che consenta non solo l'accesso ad atti e documenti, ma anche, soprattutto, una possibilità d'indagine sul presente, con la disponibilità incondizionata di quanto necessario a conoscere in tempo reale processi urbanistici e demografici in atto, l'anagrafe degli edifici pubblici, lo stato dello acque e dei suoli, ecc. In questo modo si avrebbe una sorta di tracciabilità di proposte e progetti dell'A.C.: è giusto e utile che i cittadini possano conoscere, e magari criticare, dati e analisi in base ai quali si decide del loro futuro.
Occorrerebbe anche una valutazione sull'attuazione del piano vigente, prima di proporre gli obiettivi da perseguire con il nuovo; d'altronde, la dichiarata intenzione di redigere un PUC in grado di favorire “lo sviluppo” della città non dice nulla di come questo venga inteso dai redattori e dagli amministratori - e comunque, quand'anche lo dicesse, anche questo dovrebbe essere vagliato.

In base all'impostazione seguita finora, la discussione per singole frazioni e nei quartieri del capoluogo sui problemi locali risulta frammentaria, soprattutto su tematiche riguardanti l'intero territorio nel suo complesso, come lo spostamento a monte della ferrovia. Pareva che ormai della sua opportunità, comprensoriale e locale, non si potesse più discutere; ma è ancora importante farlo, in entrambe le prospettive. A tal proposito, insieme con WWF e Italia Nostra di Albenga, nell'incontro con l'architetto Aicardi della CAIRE, abbiamo mosso alcune obiezioni di metodo, con spirito di collaborazione.

Il progetto dello spostamento è stato approvato da due commissari prefettizi (pur se la seconda approvazione è poi stata mantenuta e avallata dall'A.C.), senza consultare mai la cittadinanza: invece, sarebbe stato e sarebbe tuttora il caso di informarla sui problemi connessi, tanto più che, per quel che può valere, rilevamenti di opinione online hanno evidenziato percentuali elevatissime di contrari. (sondaggio di Ponente News: contrari 76,8% - voti 292 su 380). Quindi, ammesso che effettivamente con la discussione del PUC si voglia abbandonare il vecchio modo autoritativo di amministrare il territorio, lo spostamento della ferrovia non deve essere considerato più come un dato acquisito - “ineluttabile”, per dirla col Sindaco.

Anche tacendo dei saliscendi del nuovo tracciato, non è certo né ineluttabile che la nuova ferrovia si faccia; a maggior ragione non ne sono certi i tempi, decisionali e attuativi. Perciò, bisognerebbe lasciare la zona individuata solo come eventuale previsione - per esempio senza indicizzare né i terreni potenzialmente interessati dallo spostamento, né quelli su cui attualmente la ferrovia insiste: non è logico che su presupposti aleatori, si dia alla città un assetto per forza di cose tanto definitivo.
Più in generale, mancano totalmente le valutazioni dei costi economici e dell'impatto sociale di un'operazione che toglie servizi alla città, stravolge l'assetto generale del territorio e quello specifico delle località direttamente interessate dal nuovo tracciato ferroviario, mettendo a rischio il borgo storico di Bastia e, non ultimo, distruggendo un'azienda biologica d'eccellenza.

Quanto alla proposta del consigliere Bregoli, di una piattaforma logistica per gli esportatori attivi ad Albenga, arriva quando ormai essi hanno risolto il problema adeguando le proprie strutture alle nuove esigenze. Al riguardo, era già fuori tempo l'ottimo “Studio di fattibilità di un autoporto nell'area ingauna” presentato in un convegno nel luglio 2005 dalla Camera di Commercio di Savona.
In più, non ci sarebbe neppure il motivo dell'intermodalità: già ora la stazione di Albenga non ha più neppure lo scalo merci, mentre i tratti già allestiti del nuovo tracciato non la consentono.

Perciò, ai fini di una corretta informazione e discussione, oltre a quanto finora rilevato, chiediamo anche di considerare nuovamente il vecchio progetto FS, che prevedeva il raddoppio in sede da Albenga verso Alassio.


 
 
 
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